Turchia 1996
State per assistere al giro turistico, in camper, della Turchia
passando attraverso la Romania, la Bulgaria e con
ritorno dalla Grecia.
Agosto 1996
Nico
Lollo
Dillo
Bea
John
Al
Con delle linee rette ho evidenziato quello che è stato il tragitto attraverso la Turchia.
Nemmeno il tempo di partire che fiocca la prima multa.
Attraversata in fretta l'Austria, in Ungheria ci aspetta un simpaticissimo autovelox a cui dovremo rimborsare circa 40.000 £.
Ovviamente il John si è offerto volontario per ripulire il tegame di riso freddo. Questi sono gli enormi vantaggi offerti dal camper.
Come ogni abitazione che si rispetti anche il camper è dotato di uno zerbino.Nel nostro caso si tratta del tappeto marocchino acquistato da Lollo e da me ( Nico ) nella vacanza in Marocco.
Il paesaggio rumeno non offre molta spettacolarità però non mancano sicuramente le curiosità.
Capita spesso di imbattersi in mandrie di bovini al pascolo.Anche e soprattutto nei piccoli paesi dove è necessario attendere la distribuzione del bestiame ai proprietari prima di poter avere accesso alla strada.
Dopo quasi ventiquattrore di viaggio ininterrotto facciamo una piccola sosta in un piccolo paese all'interno della transilvania.
Brasciov
Foto ricordo in centro a Brasciov.
Sullo sfondo si notano i Carpazi meridionali.
A pochi Km da Brasciov,dopo aver chiesto mille informazioni, siamo riusciti a rintracciare il famosissimo castello di Dracula.
A noi rimane ancora impossibile spiegare l'esatta ubicazione di questo castello, che abbiamo raggiunto solo alle 2 di notte.
Questo dovuto anche al fatto dell'inesistenza totale di cartelli stradali.
Nonostante la tarda ora non abbiamo impiegato molto tempo per convincere il custode ad aprirci per un tour privatissimo.
Abbiamo fatto un breve giro della città utilizzando la metropolitana ma ci siamo velocemente accorti che a parte la residenza del capo dello stato, Bucarest non offre un molto dal punto di vista artistico e artitettonico.
A questo punto non ci rimane altro da fare che proseguire verso la Turchia.
Prima di poter attraversare questo ponte,che ci permette di entrare in Bulgaria, abbiamo atteso 8 ore al confine rumeno-bulgaro e abbiamo pagato la bellezza di 60$ ciascuno.
Attraversata la Bulgaria a razzo ci immettiamo sulla superstrada (0-3) che porta a Istanbul.
Un esempio dell'incredibile precisione della segnaletica stradale turca.
Anche a Istanbul non abbiamo avuto problemi di adattamento.
Cominciamo la visita della città.Siamo in agosto e il clima è più che torrido.
Seppur con qualche timore reverenziale assaggiamo una tipica bevanda turca.
Il Gran Bazar
Costituisce un quartiere a sè
ed è un enorme mercato coperto,chiuso da un muro in cui
si aprono 13 porte.
La Hagia Sophia è il massimo monumento della
città ed espressione più matura
dell'architettura bizantina.Eretta per volere di Costantino '
il Grande ' nel 326 e distrutta due volte, fu ricostruita
sotto Giustiniano tra il 532 e il 537 dagli architetti Antemio
di Tralleis e Isodoro di Mileto; dopo la conquista turca e
fino al 1936 fu la principale moschea della città,
mentre oggi è adibita a museo. Dai templi più
belli dell'Asia Minore vennero trasportate le colonne meglio
lavorate, i marmi più pregiati, i metalli più
preziosi, col dichiarato obiettivo di farne l'edificio
più splendente dell'antichità.
Lunga 75 m e
larga 70 m, la chiesa ha un atrio esterno e uno interno
riccamente decorati a mosaico. L'interno, sormontato da una
maestosa cupola ( alta 58 m, diametro 32m ), affascina con il
suo gioco di luci, anche se gli elementi islamici introdotti
successivamente non sempre si inseriscono armonicamente.
Sultan Ahmet Camii
Detta anche Moschea Blu
del 1916 con sei minareti e possente cupola centrale (altezza
43 m, diametro 23,50 m).
Yeni CamiiVoluta dalla madre del sultano Maometto III e completata nel 1663, con ricca ornamentazione di maiolica.
Il bellissimo cortile della Moschea.
Prima di entrare nelle moschee è possibile bagnarsi i piedi e Dillo e Al ne approfittano.
Ormai si è fatto tardi e torniamo in campeggio a prepararci per l'ultima notte nella capitale. Domattina prima di lasciare Istanbul visiteremo il Topkapi.
Topkapi Sarayi
All'interno della città
vecchia di Istanbul si trova la città-palazzo Topkapi.
La porta Suguk Cesme costituisce l'entrata principale
del Topkapi in cima al primo dei sette colli di Nuova
Roma circondata da mura merlate e rafforzata da torri.
Si tratta di un complesso di edifici e spazi verdi, al centro del quale spicca il palazzo vero e proprio, voluto da Maometto II nel 1468, ampliato da Solimano 'il Magnifico' e usato come residenza del sultano fino alla metà dell'Ottocento.
Una bellissima veduta del Bosforo e delle mura della città vecchia.
Uno dei tanti cortili del museo.
Terminata la visita al Topkapi ricominciamo a macinare km verso la Cappadocia.Viaggeremo sulla superstrada (0-4) fino ad Ankara per poi immerterci sulla strada statale 260. Dopo Mucur ci immettiamo sulla S.S. 765 che ci porta a Goreme
CavusinGrotte d'abitazione scavate in una parete di tufo alta 60m.
Sei bravi ragazzi
Gli altopiani di Bozok.
Goreme
Il fascino dei fenomeni erosivi che nel corso dei millenni hanno modellato le rocce porose, disegnando le notissime torri coniche e altre bizzarre formazioni naturali e inducendo l'uomo a scavarvi prima rifugi e poi abitazioni e intere città.
Dopo il primo insediamento ittita ( II millennioa.C. ) gli Assiri fondarono diverse stazioni commerciali. Dal 1250 vi fu quasi sicuramente una presenza frigia,ma fino alla metà del VI secolo a.C. è documentato il predominio dei Lidi.Nel 17 d.C. i romani fecero della Cappadocia una loro provincia,costruendo nuove città e strade militari e commerciali.
Punti di partenza per una interessante visita sono le località di Nevsehir e Urgup.
Le piramidi di tufo presso Zelve.
Derinkuyu
Poco distante da Nevsehir, in
direzione di Nidge, si trova un famosissimo
insediamento scavato nel sottosuolo (Derinkuyu).
Derinkuyu era disposto, in epoca ittica, su otto piani, di cui solo il primo abitato permanentemente; le altre cavità,usate come depositi o chiese, erano areate da 52 pozzi, profondi 85m, che consentivano anche il prelievo dell'acqua.
Lunghe gallerie collegavano la città con altri insediamenti della zona ( una di 9 Km giunge fino a Kaymakli ).
Prima che faccia buio ci dirigiamo a Sultanhani prendendo, a Nevsehir, la strada statale 300.
Sulla principale via commerciale del regno selgiuchide, che dalla capitale Konya si spingeva a est verso l'importante mercato e centro amministrativo di Kayseri, il sultano Alaeddin Kaykobad fece costruire, intorno al 1229, il caravanserraglio di Sultanhani, con una cinta muraria spezzata da 24 torri di marmo.
Il poderoso edificio, lungo 121m e con una superficie complessiva di 4866mq, fu gravemente danneggiato da un incendio nel 1254, ma ricostruito una ventina di anni più tardi sotto Kaichosrew III.Altri indispensabili lavori furono decisi dall'ultimo sultano selgiuchide di Rum, Ma'sud, nei primi decenni del XIV secolo.Si entra da un suntuoso portale di marmo, alto 13m e largo 11m, tutto decorato con arabeschi, rosette, stalattiti, che sui battenti reca la scritta 'Allah è onnipotente'. Le possenti mura, rinforzate con travi metalliche, sono realizzate nella pietra squadrata tipica della prima architettura selgiuchide.
Al centro del cortile d'estate, che senza le arcate e gli alloggi misura ben 51x24m, si innalza una moschea a padiglione con doppia entrata; il salone d'inverno a nove navate, con portone riccamente ornato e cupola a padiglione su tamburo ottagonale aperto, ha dimensioni ancora maggiori, 55x37m.
Costruzioni come questa,lontane dai centri abitati, assicuravano alle carovane dei commercianti più facoltosi un riparo dagli attacchi dei predoni, soprattutto nomadi, lungo le grandi vie delle steppe anatoliche. Esse avevano perciò la struttura di una fortezza e un robusto portone sprangabile.In realtà i caravanserragli non servivano soltanto come ricoveri per la notte, con stalle, stanze per i viaggiatori, refettori, bagni e moschea; essi erano piuttosto piccoli villaggi autosufficienti, con posti di guardia, artigiani, stallieri, facchini, fornai, macellai, personale di cucina, medici, e a volte anche depositi e piazze di commercio con piccole botteghe. Per i primi tre giorni la sistemazione era gratuita: i costi erano coperti per una metà dal sultano, che aveva interesse a favorire gli scambi, per l'altra metà da una tassa annuale,introdotta dai Selgiuchidi, che gravava su tutti i commercianti del regno.
Per raggiungere Antalya dalla Cappadocia è consigliabile percorrere la S.S. 300 fino a Konya, la S.S. 330 fino a Beysehir e la S.S. 695 fino al raggiungimento della S.S. 400 dove ci immetteremo in direzione nord.
Qualche minuto di relax sulle spiagge del Mar Egeo.
La vita notturna è abbastanza desolante e quindi noi abbiamo cercato un passatempo alternativo.
Visita all'isola dei ratti. Indimenticabile.
Non soddisfatti della vita da spiaggia, grazie alla Strada Statale 350, abbiamo raggiunto Denizli dove a pochi Km si trova Pamukkale.
Le celebri terrazze calcaree di Pamukkale ( fortezza di cotone ) si trovano a circa 20 Km a nord da Denizli, su una piattaforma lunga 3 Km, larga 300m e alta 160m.
Grazie alle bianche cascate di travertino luccicante circondate da cespugli di oleandro, ai bagni termali e alle grandiose rovine di Ierapoli, sono una delle principali mete turistiche della Turchia.
Grazie alle bianche cascate di travertino luccicante circondate da cespugli di oleandro, ai bagni termali e alle grandiose rovine di Ierapoli, sono una delle principali mete turistiche della Turchia.
Una serie di sorgenti calde (34-35 °C) venendo in superficie depositano carbonato di calcio, che forma piccoli bacini di ostruzione; da questi l'acqua gocciola al livello sottostante, dando origine a stalattiti, gradini, anfratti, rigonfiamenti simili a fiocchi di ovatta raccolti in fantastiche cascate calcaree.
Fin dall'antichità le acque, ricchissime di minerali sono state usate a scopo terapeutico. Nel laghetto della sorgente principale, dove sono visibili resti di colonne, è possibile fare bagni caldi.
Proseguendo il nostro viaggio da Denizli abbiamo raggiunto Efeso percorrendo la S.S. 320 fino ad Aydin per poi proseguire sulla S.S. 550 in direzione nord.
Situate 75 Km a sud di Smirne, presso la cittadina di Selcuk, le rovine di Efeso costituiscono una delle principali attrattive turistiche della Turchia.
Anticamente la città si trovava in riva al mare e disponeva di un porto che l'aveva resa assai prospera, ma che venne a poco a poco insabbiato dai depositi del Piccolo Meandro.
In breve Efeso decadde e i suoi orgogliosi monumenti servirono da cava di pietra per altre costruzioni, fino a che nella seconda metà dell'Ottocento l'inglese Wood iniziò gli scavi.
L'origine di Efeso va ricondotta a insediamenti di Cari e Lidi del XIII secolo a.C., cui seguirono due secoli più tardi coloni ionici.
Ancora ben conservato nell'orchestra e nella scena di grande plasticità, fu eretto il grande teatro sotto Traiano con 22 file disposte in tre ordini, ed era capace di 25.000 spettatori.
Dall'alto della gradinata si ha una bella vista sulla vecchia zona portuale.
Piccola penisola nei pressi di Kusadasi.
Ritenendo terminato il nostro tour in Turchia ci siamo diretti, seguendo la S.S.550 a Canakkale, dove abbiamo traghettato a Kilitbahir. Abbiamo proseguito sulla 550 fino a Kesan per poi immetterci sulla S.S.110 in direzione ovest,dove, dopo pochi Km si trova il confine greco. Una volta in Grecia abbiamo raggiunto, sulla E 90, Igoumenitsa passando per Salonicco. Lì ci siamo imbarcati alla volta di Brindisi.
E' sempre bello guardare i nostri accampamenti.
Tentativo di piramide con l'aiuto di Scodza, Feddy e Ciommo che abbiamo raggiunto a Sorrento.
La magnifica costiera amalfitana.
Arrivederci al prossimo viaggio!