India 2000
Una tranquilla passeggiata sul fiume
Un fantastico viaggio di un
mese cominciato a Kathmandu, in Nepal, e terminato a Jodhpur,
nel Rajasthan Indiano, attraversando tutta l' India del
Nord utilizzando treni e corriere.
Novembre 2000
Nico
Bea
Partiamo alle 7:30 da Pokkara e arriviamo a Varanasi alle 5:30 dopo 22 ore di viaggio tra un autobus e l'altro. Consiglio di acquistare solo il biglietto tra Pokkara e Sunauli ( confine ) perchè una volta in India sarete costretti a pagare di nuovo il tragitto fino a Varanasi.
Abitata già 1000 anni prima di Cristo, Varanasi è una delle città più antiche della terra, e come in nessun altro luogo vi si percepisce la religiosità dell'India; oltre a essere la capitale spirituale dell'induismo, è anche vicina a Sarnath, importante meta di pellegrinaggio per i buddisti.
Il nome della città deriva dai due fiumi che qui
sfociano nel Gange, il Varuna e l'Assi.
La maggior parte dei templi e dei monumenti di Varanasi
è relativamente recente. La città, infatti,
è stata rasa al suolo più di una volta in
seguito alla conquista da parte di nuovi sovrani.
Per quanto questa sia la capitale spirituale dell'India, la prima impressione è deludente: il traffico è caotico, gli ambulanti sono aggressivi, le strade sporche. Ma basta arrivare alle rive del Gange e l'atmosfera cambia di colpo: nonostante la folla dei pellegrini, regnano una calma e una ritualità coinvolgenti.
L' afflusso dei fedeli è costante, perchè Varanasi è per gli induisti ciò cha La Mecca è per i musulmani; almeno una volta nella vita bisogna visitarla e purificarsi nelle acque del Gange; se poi si ha la fortuna di morire sulle rive del fiume, la salvezza è assicurata.
E' uno dei luoghi di culto più celebri di Varanasi. Dedicato alla dea guerriera Durga, viene chiamato familiarmente Tempio delle Scimmie, perchè questi animali vi scorazzano liberamente. La sua torre rappresenta l'unione dei cinque elementi naturali nello spirito cosmico.E' assai frequentato dai fedeli ed è aperto ai soli indù.
Tempio di DurgaIn questo piccolo spazio ogni martedì e sabato vengono sacrificati animali agli dei.
Il Bea alle prese con i telai in una tessitura locale.
Ogni ragazzo, per tutta la vita, produrrà sete sempre con lo stesso ricamo.
Varanasi 9 Novembre
Dopo esserci svegliati alle 3:00 siamo arrivati in
stazione dei treni a bordo di un mototopo ( termine da noi
utilizzato per definire questa specie di apecar adibito a
trasporto umano ) dove ci aspetta il treno per Satna.280
R.I.
8 Novembre Ore 6:00
Sveglia alle 5:00 per essere
alle 6:00 in barca a vedere le preghiere dell'alba e le
cremazioni sul Gange, Il Fiume Sacro.
Mentre l'oceano è considerato un'entità maschile, i fiumi indiani sono legati a divinità femminili, perchè sono per gli uomini fonte di vita e benessere, come una madre. Tutti i fiumi sono sacri, ma più di ogni altro lo è il Gange (Ganga) che nella mitologia indù attraversa i tre elementi: cielo, terra, e mondo sotterraneo.
E' il simbolo della purezza, e ogni anno sulle sue rive giungono milioni di fedeli. Il Bhagiratha, uno dei cinque corsi d'acqua che danno origine al Gange, nasce dal ghiacciaio Gangotri e nel Devaprayag confluisce con l' Alaknanda. Da qui il fiume prende appunto il nome di Gange,che lascia le montagne presso Rishikesh attraverso l'Himalaya meridionale.
Nell' antica Benares (Varanasi) Shiva si sarebbe congiunto con Parvati: la città quindi, è un'importante meta di pellegrinaggio. Ricchi e poveri vengono qui per cercare la salvezza dell'anima: ogni mattina si vedono yogin e fedeli immergersi nelle acque del gange per il rito della purificazione, aiutati dalle preghiere dei brahmani (mantra).
Da sempre le acque del Gange sono considerate pure e curative. Chi muore sulle rive del fiume, o viene cremato e poi affidato alla corrente, viene assolto da ogni peccato. Molti riti, in templi e luoghi sacri anche lontani dal corso del fiume, vengono celebrati con acqua del Gange.
Arrivati a Satna alle 11:30, con un mototopo ci facciamo accompagnare in stazione delle corriere e senza poche difficoltà alle 13:00 prendiamo il bus per Khajuraho ( 45 R.I. ). Il bus, dopo 4 ore di viaggio, ci lascerà poi a Bamitha a una decina di km da Khajuraho che raggiungeremo a bordo di una jeep ( 25 R.I.)
10 Novembre Ore 8:00
Gruppo Occidentale
In questa cittadina tranquilla e isolata è possibile
lasciarsi alle spalle lo stress delle metropoli, ma anche
visitare gli oltre 50 templi induisti e giainisti assai ben
conservati.
L'ingresso a quest'area templare costa 10$ mentre per vedere i templi dell'Area Orientale non è necessario pagare alcunchè. Si tratta di monumenti risalenti all'epoca della dinastia Chandela. La sintesi di arte architettonica e scultorea messa in mostra da questi capolavori del medioevo indiano è straordinaria.
Gli edifici presentano infatti un'incredibile ricchezza figurativa sia all'interno sia all'esterno: un mondo fantastico popolato da ninfe, demoni, e coppie di amanti. L'attrazione principale sono appunto le sculture erotiche.
Lo stile dominante è quello Nagara: dal portale decorato si accede a una sala cui è annesso un vestibolo; nei templi più grandi questo è seguito da un transetto. Infine si arriva al sacrario circondato da un corridoio. Anticamera e sale accessorie formano un'unità organica. I locali sono coperti da torri e torrette paraboliche, la più alta delle quali s'innalza direttamente sul sacrario. Questa profusione di pinnacoli rende facile l'accostamento simbolico al mitico Monte Mehru, asse dell'universo e residenza degli dei induisti.
Le sculture ricoprono letteralmente le facciate e costituiscono forse l'aspetto più affascinante di questi templi.
Si possono dividere in cinque gruppi: statue delle divinità principali, figure in bassorilievo di quelle minori e del seguito (realizzate secondo misure canoniche), ninfe e creature celesti (Apsara e Surasundari, raffigurate in rilievo o a corpo intero sulle pareti esterne o sulle colonne secondo la fantasia dell'artista:sono le più belle), esseri umani (maestri, danzatori, suonatori, coppie o gruppi che fanno l'amore) e infine animali (reali o fantastici). Osservando i diversi templi, si può seguire l'evoluzione e la lenta decadenza dell'arte scultorea a Khajuraho.
Il Tempio di Kandariya Mahadeva è il più grande e bello di tutta l'area. L'ingresso è coronato da un arco di pietra. Sia il fregio che corre lungo tutto l'edificio sia la sala principale sono arricchiti da straordinarie sculture. Vi sono circa un migliaio di figure, molte delle quali alte un metro; alcune mostrano coppie di amanti, a volte in posizioni acrobatiche.
Nell'insieme suscitano l'impressione di una grande dinamicità e si combinano perfettamente con l'architettura del tempio. per apprezzarne a fondo l'equilibrio occorre osservare l'edificio da diversi punti: dai lati si vede la progressione delle anticamere, che culmina con la torre del garbhagriha (31m); di fronte sembra di ammirare la cima di una montagna circondata da altre vette. Nel sacrario è custodito uno Shivalingam.
Molto ben conservato, il tempio di Lakshmana, è l'unico ad aver mantenuto la struttura originale, con le quattro sale attigue che si concludono con la cella del Varaha ( Visnù nelle sembianze di un cinghiale). Sulle pareti esterne sono scolpite divinità, coppie abbracciate e ninfe. Il basamento è coronato da un raffinato fregio in cui compaiono anche alcune scene di carattere erotico.Un'intera sezione è piena di elefanti.Vi sono anche immagini divertenti, come quella dell'elefante che sbircia sorridendo una coppia di amanti, o decisamente oscene, come il rapporto sessuale tra un uomo e un cavallo.
Gruppo Orientale
Come in quello di Lakshmana anche
in questo di Parshvanatha, si vedono figure classiche, già ben
modellate e con espressione seria.
In questo tempio prevale un manierismo che non è più in grado di esprimere la stessa forza e la stessa bellezza visibili nelle opere precedenti.
10 Novembre Ore 12:00
A pochi Km dal centro di
Khajuraho si trova questo parco naturale dove si viene accolti
da pace e tranquillità.
La fauna è limitata alle solite mucche, capre e maiali ma il panorama merita sicuramente attenzione.
Il solito maiale, da noi definito Maialo Setoloso.
10 Novembre Ore 14:00
Accompagnati dal nostro amico
Rampal siamo andati a visitare alcuni villaggi nelle vicinanze
di Khajuraho.
Come ci ha raccontato Rampal questi villaggi danno la visione reale della vita indiana. Qui tutto viene prodotto artigianalmente; dalla farina allo yougurt.
Una donna alle prese con la macina per produrre la farina dal frumento.
Alcuni anziani e non solo, alle prese con un passatempo locale.
Un maiale che cerca cibo tra le baracche.
11 Novembre Ore 11:00
Partiti alle 5:30 in autobus
da Khajuraho alle 10:00 ci lascia a pochi Km da Orchha
che raggiungiamo a bordo di un mototopo. Dopo esserci
sistemati in Hotel alle 11:00 stiamo già visitando il
paese.
Un tempo capitale dei Bundela, Orchha è ormai un semplice villaggio incastonato in un complesso di palazzi e templi ben conservati che merita indubbiamente una visita.
Il Jehangir Mahal ha dimensioni imponenti e dai piani superiori offre una splendida vista sulla campagna circostante. Al piano terra ospita un piccolo museo archeologico.
Il Raj Mahal presenta superbe pitture murali.
Gli imponenti templi di Orchha risalgono al XVII secolo. Tuttora utilizzati per il culto, sono frequentati abitualmente da migliaia di devoti.
12 Novembre Ore 7:30
Come da accordi del giorno
prima, alle 7:00 ci aspetta sotto l'albergo un mototopo che
per 100 R.I. ci porta in stazione dei treni a Jansi.
Lottando e non poco riesco poi a fare il biglietto per Gwalior
(42 R.I.).
12 Novembre Ore 12:00Partiti da Orcha verso le 9:00 dopo un'ora circa di treno raggiungiamo Gwalior. Appena usciti dalla stazione dei treni, come sempre, veniamo assaliti dai taxisti e si scatena un'asta al ribasso per portarci in hotel. Non appena mi accordo con un taxista per 10 R.I. arrivano altre offerte sino a 5 Rupie.
Sbrigata la pratica dell'hotel a mezzogiorno eravamo già in visita alla città.
Gwalior, in posizione startegica sul grande asse che taglia da nord a sud il subcontinete, ebbe un periodo di fioritura come residenza della dinastia Scindia, il cui dominio si estese su molte regioni dell' India nordoccidentale nella seconda metà del XVIII secolo.
Secondo una leggenda, il re Suraj Sen volle dedicare la città da lui appena fondata all' eremita Gwalippa, che lo aveva guarito da una grave malattia.
Secondo il gusto del tempo, il maharaja Jaya Rao Scindia si fece costruire dall'architetto inglese Sir Michael Filose uno dei più grandi mandir indiani, il Jai Vilas Palace. Terminato nel 1874, l'edificio a tre piani ricorda un palazzo toscano piuttosto che le fastose corti di questo paese.
13 Novembre Ore 8:00
La fortezza si erge su uno
sperone di arenaria noto come Gopagiri a nord della città ed è
una delle più grandi dell' India. Viste le sue dimensioni,
conviene accedervi dal lato sudoccidentale attraverso la valle
dell' Urvahi, uscendo poi da quello nordoccidentale presso il
palazzo di Man Mandir, in direzione della città vecchia.
All'ingresso, si incontra un gruppo di Tirthankara giainisti scolpiti nella roccia, distrutti dai soldati di Babur nel 1527 e successivamente rifatti; tra tutti spicca la figura del primo maestro Adinath, alta quasi 20 metri.
Un maestoso tempio Sihk situato all'interno della fortezza.
Sempre all'interno della fortezza, il tempio Telika-ka Mandir, sorge accanto al laghetto di Suraj Kund ed è il più antico ( 750 circa ); in origine era un tempio di Visnù, come si deduce dalla figura di Garuda all'ingresso. Alto 25 metri, ha un tetto ispirato a quello dei chaitya buddisti.
La potenza è nulla senza controllo
14 Novembe Ore 07:30
A parte il Forte Rosso e il
Taj Mahal, la città di Agra non presenta molte attrattive,
quindi basiamo la nostra visita giornaliera prima sul Forte e
poi, al mausoleo sicuramente più importante dell' India, il
Taj Mahal.
L'imperatore moghul Akbar cominciò nel 1556 a costruire la fortezza iniziando da un doppio muro di arenaria rossa lungo 2,5 Km in cui si aprivano due porte: il Delhi Gate a ovest (che in origine era l'entrata principale) e l'Amar Singh Gate, da cui si accede attualmente al complesso.
Da una delle tante finestre si intravede in lontananza il Taj Mahal.
14 Novembe Ore 14:00
Dopo una lunga fila e dopo
aver lottato per l'acquistio del biglietto (10$ per noi mentre
solo 10 Rupie per gli indiani) veniamo perquisiti da cima a
fondo dagli addetti alla sicurezza e siamo costretti a
depositare ogni oggetto metallico, compresa la calcolatrice.
E' vietato, come in tanti altri luoghi religiosi indù, introdurre la videocamera. Noi non lo sappiamo (anche perchè durante la percuisizione non ci viene detto) e tranquilli tranquilli riprendiamo tutto il sito a 360° fino a quando una guardia ci invita a depositare la macchina.
Più che dalla grandiosità, si resta colpiti dall'armoniosa prospettiva e dalla perfetta simmetria che accomuna giardino e mausoleo. Con la costruzione di questo sontuoso monumento, l'imperatore Shah Jahan volle onorare la memoria della moglie prediletta, morta di parto a 38 anni. Il Taj Mahal volge le spalle al fiume Yamuna e sorge al margine di un giardino (Char Bagh) che i canali dividono in 4 parti assolutamente uguali. Vi si accede tramite un portone di arenaria rossa alto 30 metri e riccamente decorato.
Nella fontana centrale si specchia la cupola della tomba, un vero e proprio palazzo che si erge su un basamento quadrangolare di marmo alto 6,70 metri e i cui lati ne misurano 100 ciascuno; ai quattro angoli s'innalzano 4 minareti alti 42 metri; poco distante sorgono inoltre due moschee.
E' un edificio ottagonale sormontato da una possente cupola centrale ( 74 metri alla sommità ) attorniata da 4 cupole più piccole. Il marmo bianco che ricopre i mattoni, proveniente da Makrana nel Rajasthan, crea una straordinaria luminosità che varia di tonalità a seconda dell'ora e delle condizioni metereologiche. Finissimi intarsi di pietra dura ornano parti della facciata esterna e soprattutto l'interno. La porta meridionale immette nella camera mortuaria, dove la luce filtra dalle finestre munite di inferriate creando una penombra in cui si intuiscono le fantastiche decorazioni delle pareti. Le due tombe, ricoperte da splendidi motivi floreali, sono in realtà le copie di quelle vere, che si trovano nella cripta ( Shah Jahan volle essere sepolto vicino all'amata ) e presentano un'ornamentazione così raffinata che ciascun frammento, pur misurando appena 3 centimetri, è composto di 60 singoli elementi tagliati con assoluta precisione.
L'autore di una simile meraviglia è ignoto, ma sono evidenti il peso della lunga e ricca tradizione tombale moghul e l'influsso del mausoleo di Humayun a Delhi, eretto cent'anni prima. L'opera fu iniziata nel 1631, subito dopo la morte di Mumtaz Mahal, e il suo completamento richiese 20 anni. Il suo enorme costo diede al figlio di Jahan, Aurangzeb ( 1618-1707 ), il pretesto per sbattere in galera il padre, nel 1658, che vi morì otto anni dopo.
15 Novembre Ore 8:00
Dopo estenuanti trattive ci
accordiamo con un taxista che per 18 $ ci porta prima a
Vrindaban ( Vrindavan ) poi a Mathura e Sikandra.
In questa località Krishna indulgeva nei suoi passatempi da adolescente corteggiando le gopi nella foresta e sottraendo loro gli abiti mentre facevano il bagno. Oggi rimane ben poco della leggendaria foresta e il fiume ha cancellato la maggior parte dei ghat per i bagni di Vrindaban ma il paese, un pò polveroso, attira ancora immense folle di pellegrini.
Il massiccio Tempio di Govin Dev in arenaria rossa è il più imponente monumento di Vrindaban. Il suo nome significa "divino mandriano" in altre parole Krishna. Dal punto di vista architettonico l'edificio è uno dei templi induisti di concezione più avanzata dell' India del Nord e fu costruito nel 1590 dal raja Man Singh di Jaipur.
Sulla strada per Mathura abbiamo anche il tempo per vedere questo bellissimo tempio a dieci piani. Non possiamo però entrare a causa della preghiera in corso.
15 Novembre Ore 12:00
In questa città ricca di
templi a 54 Km da Agra in direzione nord vivono 250.000
persone. Mathura è una delle sette città sacre degli indù, che
la chiamano anche Braj Bhoomi e vi celebrano in particolare
Krishna.
15 Novembre Ore 14:00
L'unico monumento di una certa
importanza che l'antica capitale del sovrano Lodi Sikander (
10 Km a nord di Agra sulla strada per Mathura ) ospita tuttora
è il mausoleo di Akbar, il cui stile accomuna elementi
induisti e buddisti.
16 Novembre Ore 8:00
Dopo un'ora circa di corriera
(35 R.I.) raggiungiamo la città fantasma di Fatehpur Sikri
dove ovviamente ci sono varie guide ad attenderci. Ci
accordiamo (20 R.I.) con un ragazzino che parla molto bene
l'inglese. Alla fine del tour gli regaleremo anche una
t-shirt.
La città morta di Fatehpur Sikri è una delle testimonianze più imponenti della dinastia moghul. Giungendo da Agra, si entra dapprima nella Sala delle udienze pubbliche (Diwan-i-Am), poi nel cortile interno circondato da colonne e infine in un secondo cortile (Pachisi Court).
Si rimane subito colpiti dal piccolo mausoleo marmoreo voluto da Akbar in onore di Sheik Salim Chishti. Ancora oggi la tomba è meta di pellegrinaggi, soprattutto da parte di coppie con problemi di fertilità, che intrecciano cordoncini nelle finissime decorazioni di marmo, forse le più belle di tutta l'India. Sul lato occidentale, il cortile è affiancato dalla sala di preghiera, retta da pilastri di derivazione induista.
La costruzione principale del complesso (Diwan-i-khas), un edificio a due piani di arenaria rossa separato dagli altri (sul lato nord), serviva forse per le udienze private. Quattro padiglioni ornano il tetto (uno per angolo), mentre nel grande salone interno spicca una poderosa colonna centrale con sculture e capitello sporgente.
All'estremità meridionale del complesso, dove un tempo si tenevano concerti, sorge una fontana (Anup Talao), affiancata a nordovest da una piccola ed elegante costruzione riccamente decorata (Casa del Sultano Turco).
La Pachisi Court è dominata dal Panch Mahal, un arioso padiglione a cinque livelli che s'impone per grandezza sulle altre strutture del complesso. La torre rastremata è sostenuta da 176 colonne, mentre la base poggia su 84 colonne; il padiglione coperto alla sommità, dal quale si gode uno splendido panorama, ne ha soltanto 4.
A sudovest del Panch Mahal inizia il settore dell'harem, preceduto da una piccola residenza nota come Casa Dorata o Casa di Maryam, la madre cristiana di Akbar. Dietro a questa c'è l'ingresso dell'harem, sormontato da due stelle di David.
Il numero delle donne che vi abitavano è sconosciuto; si sa soltanto che molte provenivano da corti principesche del Rajasthan ed erano indù. Alcune mogli dell'imperatore alloggiavano fuori dall'harem, nella casa di Bir Bal, un ministro di Akbar che in realtà viveva altrove.
A sudovest del Panch Mahal inizia il settore dell'harem, preceduto da una piccola residenza nota come Casa Dorata o Casa di Maryam, la madre cristiana di Akbar. Dietro a questa c'è l'ingresso dell'harem, sormontato da due stelle di David.
L'interesse di Akbar per l'induismo è confermato non solo dalla scelta di favorite appartenenti a quella religione, ma anche dall'architettura e dall'arredamento interno del palazzo. Tale influenza si accentua nell'harem, la cui ornamentazione ricorda quella dei templi e crea un forte contrasto con i tetti di maiolica blu di gusto persiano.
Secondo le cronache dell'epoca, l'imperatore Akbar, non riuscendo ad avere figli, si rivolse nel 1569 al popolare sufi Shaikh Salim Chishti, che lì dimorava e che gli preannunciò la nascita di tre figli. Quando l'anno seguente nacque effettivamente un erede, Akbar per riconoscenza gli diede il nome di Salim e in quel luogo, benchè decentrato, fece innalzare una moschea, attorno alla quale avrebbe dovuto svilupparsi la Città della Vittoria (Fatehpur Sikri) in ricordo della recente conquista del Gujarat.
Jaipur
17 Novembre Ore 5:00
Un'altra sveglia alle 5:00.
Questa volta per il treno delle 6:35 che ci porterà da Agra a
Jaipur. Il treno parte alle 7:15 e arriva alle 14:00. Arrivati
in hotel e posati gli zaini facciamo un giretto per Jaipur e
visioniamo gli hotel con piscina ma non ne troviamo nemmeno
uno di nostro gradimento. Pazienza.
18 Novembre Ore 7:15
Si va ad Amber a visitare il
palazzo. Nel tragitto ci fermiamo ad osservare una singolare
costruzione nel bel mezzo di un piccolo lago.
Nelle strette vicinanze incontriamo anche un incantatore di serpenti. Più che incantati sembravano imbalsamati e in ogni caso ci siamo assolutamente dissociati da quest'ennesima forma di sfruttamento animale.
La strada che conduce da Jaipur alla fortezza di Amber (11 Km circa verso nord) serpeggia tortuosamente fra due dorsali dei monti Aravalli.
Per raggiungere il palazzo occorre attraversare tre grandi porte. Dietro la prima (Jai Pol) si apre un cortile pieno di venditori, scimmie ed elefanti a disposizione dei turisti che per 400 R.I. (4 persone) accompagnano i turisti in cima alla fortezza. Io e il Bea preferiamo salire a piedi.
L'eccezzionale posizione strategica risulta assai evidente quando si risalgono gli stretti tornati del pendio.
Esiste anche un percorso alternativo per salire in vetta, senza rischiare di essere schiacciati dagli elefanti.
Una ripida scala conduce poi alla seconda porta, detta "dei leoni" (Singh Pol), che da accesso alla sala delle udienze (Diwan-i-Am), con doppio colonnato, e al tempio di Kali (qui venerata con il nome di (Sita Mala).
Una ripida scala conduce poi alla seconda porta, detta "dei leoni" (Singh Pol), che da accesso alla sala delle udienze (Diwan-i-Am), con doppio colonnato, e al tempio di Kali (qui venerata con il nome di (Sita Mala).
18 Novembre Ore 12:00
Di ritorno da Amber abbiamo
tutto il tempo per visitare il Jantar Mantar, situato nel
centro di Jaipur, costruito per volere di Jai Singh tra il
1728 e il 1734.
E' un singolare osservatorio astronomico che consentiva di perfezionare il calendario. Si compone di 16 pezzi, ognuno dei quali aveva una particolare funzione. Sullo sfondo si può anche notare il City Palace
La maggior parte di essi serviva per studiare la posizione e il ciclo dei pianeti, ma il Samrat Yatra, alto 27 m, viene tuttora utilizzato durante la tradizionale festa di Guru Purnima (luglio/agosto) per prevedere l'intensità del monsone nell'anno seguente.
Il Palazzo dei Venti, fatto edificare nel 1799 da Sawai Pratap Singh, è in sostanza una facciata di 5 piani che riflette in modo esemplare la cultura rajput. Con le sue quasi 900 finestre e finestrelle permetteva infatti alle donne rinchiuse nella corte del maharaja di osservare la vita per le strade senza essere viste dalla popolazione: allora vigeva il purdah.
Mentre il Bea si prepara a degustare una dele sue omelette preferite posso dirvi che Jaipur è una città relativamente moderna: fu infatti fondata nel 1728 da Jai Singh II, che riteneva troppo piccola la precedente capitale Amber.
Il centro cittadino è difeso da un alto muro di cinta in cui si aprono sette porte. La facciata delle case sono uniformemente intonacate di un vivace color rosa che ha procurato a Jaipur il nome di Pink City e la cui origine va cercata nel trattato con cui nel 1818 il maharaja si sottometteva al protettorato britannico. Se i proprietari non provvedono alla tinteggiatura, lo fa d'ufficio l'amministrazione, che manda poi la fattura a domicilio.
Jaipur è nota per le pietre preziose. I gioiellieri sono assai insistenti e in alcune strade la caccia al turista straniero è implacabile. Occorre essere molto cauti, per non correre il rischio di acquistare dei falsi.
19 Novembre
Gaitor
19 Novembre Ore 12:00
Dopo esserci ripresi dalle
fatiche di Gaitor, in mototopo raggiungiamo questo luogo a
pochi Km da Jaipur che gli indiani locali chiamano Monkey
Temple.
Abbiamo scoperto quasi casualmente l'esistenza di questo agglomerato di case e templi semi-abbandonati parlando con dei commercianti locali, visto che nessuna guida turistica riporta l'esistenza di questo luogo.
Molto probabilmente il tempio prende il nome dall'elevato numero di scimmie che abitano questo luogo.
Dopo questa visita torniamo in hotel a rilasssarci. Usciremo solo verso sera per cenare visto che alle 4:20 di notte ci aspetta il treno per Ajmer.
20 Novembre Ore 08:30
Dopo esserci svegliati alle
3:00, a Jaipur, ed aver preso il treno delle 4:20 (40
R.I) arriviamo ad Ajmer alle 7:20. A 150 m dalla
stazione dei treni ci attende la corriera per Puskar ( 7 R.I.)
che in circa 30 minuti ci porta a destinazione.
L'arrivo a Puskar è sicuramente meno traumatico che in altri luoghi indiani. Non ci sono autisti di taxi e mototopo ad assalirci e questo giova molto anche all'ambiente.
Uno dei pochi templi indiani dedicati a Brahma. Purtroppo ci è vietato l'ingresso e quindi scattiamo solamente una foto da debita distanza.
Visitiamo il paese, ridotto ormai ad una fila di negozi per turisti. Lungo la strada i bramini offrono petali di fiori per poi invitare i turisti ai Ghats e lì inscenano una preghiera sulla riva del lago legando poi un braccialetto di tessuto al polso. Ovviamente l'offerta al bramino è d'obbligo.
Per gli indù Pushkar è una città sacra: nel corso dei secoli vi sono sorti oltre 400 templi.
Sara, Katia, Betty, Erika, Amanda a Jodhpur
21 Novembre Ore 4:15
Ennesima sveglia mattutina.
Alle 6:00, veramente stipati, partiamo in minipulman. Poco
dopo, arrivati ad Ajmer, scendiamo per cambiare bus. Alle 7:15
partiamo e dopo circa 4 ore giungiamo a destinazione. Tra un
salto e l'altro (in corriera) facciamo la conoscenza di 5
ragazze romagnole.
Verso le 11:30 giungiamo a Jodhpur e dopo esserci sistemati in
hotel andiamo con le ragazze in stazione, dove prenotiamo il
treno del 23/11 per Delhi. Passiamo il pomeriggio in polleggio
per riprenderci dal viaggio veramente duro.
22 Novembre
Ore 8:30
Per la prima volta ci svegliamo senza
sveglia. Dopo aver fatto colazione in hotel ci incamminiamo a
visitare il palazzo Umaid Bhavan.
Ci vollero 15 anni per completare la costruzione di questo sontuoso palazzo a doppia cupola iniziata nel 1929. Un'ala del palazzo è ancora abitata dai discendenti dellla casata reale, un'altra è adibita a museo, ma gran parte della residenza è stata trasformata in un lussuoso albergo.
22 Novembre Ore 15:00
Nel pomeriggio ci rechiamo a
visitare il Meherangarh Fort. Questa fortezza del XVI secolo
non è mai stata espugnata ed è quindi ancora intatta. Sorge su
un bastione roccioso di pietra arenaria alto 120 m ed è
circondata da poderose mura che in alcuni punti raggiungono i
36 m di altezza, rendendolo praticamente inattaccabile.
Sette imponenti porte presidiano la tortuosa strada d'accesso; le impronte di mani sulle pareti ricordano le donne che si sono date la morte con il rito del sati (il rogo delle vedove). Raccomando di visitare il museo del Meherangarh anche a chi normalmente non va pazzo per i musei: nelle 18 sezioni che lo compongono sono infatti esposti mobili, tappeti, costumi, armi e bardature per elefanti da combattimento che attestano la ricchezza del maharaja e l'incredibile maestria degli artigiani del tempo.
Veduta di Jodhpur con Nico in primo piano.
Il Bea, l'Amanda, la Sara, la Katia, Io e la Betty e l'Erika.
Dalla fortezza si ha una magnifica veduta di Johdpur e delle sue case intonacate d'azzurro, il colore del Dio Krishna, particolarmente venerato nel Rajasthan.
Jodhpur, detta anche città blù, è l'ex capitale del Marwar (paese dei morti), seconda città dello stato dopo Jaipur, fu fondata nel 1459 ai margini del deserto del Thar dal re Rajput Rao Jodha, di stirpe Rathor.
Jodhpur è il maggior centro di raccolta e di vendita dei
mobili antichi provenienti dal Rajasthan e dal Gujarat.
23
Novembre Ore 8:30Facciamo lo zaino e passiamo il giorno a
girovagare in attesa del treno delle 23:00 che ci porterà a
Delhi.
24 Novembre Ore 11:30
Arriviamo a Delhi e
subito notiamo l'enorme diversità che c'è tra
questa città e tutte le altre finora visitate. Con il
solito mototopo andiamo alla ricerca dell'hotel consigliatoci
dalla guida. Essendo situato nel quartiere mussulmano, a pochi
metri dalla moschea, facciamo anche la conoscenza del lato
islamico dell'India.
Dopo essere stati negli uffici dell' Aeroflot per l'ennesima conferma dei voli riusciamo anche a visitare la parte più verde di Delhi dove diverse famiglie e coppie di fidanzati passeggiano lungo le vie tra i giardini.Lì notiamo anche L' India Gate, monumento di arenaria rossa progettato da sir Edward Lutyen nel 1931 per ricordare i 3000 indiani caduti nella prima guerra mondiale: i loro nomi sono riportati sulle pareti. Tutt' intorno si danno da fare acrobati e ambulanti.
25 Novembre Ore 09:30
Ci svegliamo naturalmente. E'
il nostro ultimo giorno in India e questo ci rende un
pò tristi. A piedi ci avviamo verso il Forte Rosso.
Per vari motivi non entriamo. Il primo è sicuramente dato dal fatto che siamo stanchi di pagare 5 o 10 dollari quando gli indiani spendono rispettivamente 5 o 10 rupie. Il secondo motivo invece è dato dalle cattive referenze che ci sono state fatte da persone che l'hanno visitato spiegandoci che è molto più bello dall'esterno e che internamente non presenta nulla di interessante.
Non ci rimane che vagabondare per la città in attesa della notte, quando prenderemo l'aereo per tornare.
Delhi è la capitale indiana e si estende su una superficie di 1483 Kmq. La crescita incontrollata della popolazione e del traffico ha però tolto molto fascino a quello che un tempo era il luogo più bello della terra. Nessun'altra località indiana ha una simile densità abitativa e un tasso d'inquinamento così elevato.
Per lo spesso motivo per cui non siamo entrati al Red Fort ( 10 $ noi e 10 R.I. per gli indiani) non entriamo nemmeno al mausoleo di Humayun e ci limitiamo a scattare una foto dal portone esterno. Ormai sentiamo il ritorno vicino e non abbiamo più voglia di lottare e trattare su tutti i prezzi.
La sera la passiamo nelle vicinanze dell'hotel. Sullo sfondo si può notare la Moschea del Venerdì. E' la più grande di Delhi e la terza del mondo. con le tre torri a bulbo sulla moschea principale, i minareti e il cortile grande come un campo da calcio è il capolavoro dell'architettura religiosa moghul.
Prima di rientrare in hotel ci accordiamo con un tassista per
farci accompagnare in aeroporto verso mezzanotte. Nel
frattempo il Bea si mangia 4 spiedini acquistati nelle
bancarelle musulmane.
Salutiamo Delhi e l' India
per tornare in Italia, senza però trascurare la
giornata che passeremo a Mosca.
26 Novembre Ore 20:30
Purtroppo a Delhi il
nostro volo ha subito un ritardo di circa 5-6 ore facendoci
giungere a Mosca solo nel tardo pomeriggio.
Dopo aver passato indenni il controllo visto e passaporto cerchiamo e troviamo, con non poche difficoltà, l'ufficio transiti. Poco dopo un piccolo pulmino ci preleva dall'aeroporto per accompagnarci all'hotel, precedentemente assegnatoci dalla nostra compagnia di volo (Aeroflot). Dopo una buona doccia calda e dopo aver cenato ci facciamo accompagnare nel centro della città. Il freddo è brutale ma Mosca è affascinante mentre la Red Square ci lascia a bocca aperta. Ci sono 8C° sotto zero e noi indossiamo gli stessi vestiti dell' India.
Dopo pochi passi e un principio di assideramento torniamo in hotel. Stavolta la vacanza è veramente finita.
Saluti da Nico e dal Bea
Informazioni
Tutte le informazioni da noi riportate sono inerenti ai luoghi e al periodo in cui abbiamo affrontato il viaggio. Per avere dati sempre recenti inerenti al servizio informativo vi consiglio di visitare il sito dell'ACI coadiuvato dal Ministero degli Affari Esteri e dalle principali Agenzie di Stampa italiane ed estere.
Clima
Sicuramente il mese di novembre offre il clima migliore per
affrontare un viaggio in questa regione.
In 30 giorni non
si è mai vista una nuvola. E soprattutto una goccia di
pioggia.
In India la temperatura variava dai 30-35 C° di
giorno ai 15-20 C° della notte.
In Nepal la temperatura è
leggermente più bassa ma se si rimane nella valle la
differenza è veramente minima rispetto all'India.
Sicurezza
Queste considerazioni sono limitate alle zone da noi
visitate.
Sia in Nepal che in India non ci siamo mai
sentiti in pericolo.Sia i Buddisti che gli Hindù sono persone
affabili e accoglienti. L'unica nota negativa l'abbiamo
riscontrata a Delhi nel quartiere Mussulmano dove abbiamo
subito un tentato furto da parte di un ragazzino mentre
eravamo a bordo del mototopo.
Recapiti
Nepal
Consolato Onorario a Kathmandu
Console onorario Mr Ravi Bhakta Shrestha
I.J. plaza 1st
floor, Teendhara Pathshala, Durbar Marg, Kathmandu
Tel :
00977-1-252801/4
Fax : 2552801
e-mail :
negroup@mos.com.np
India
Ambasciata
d'Italia New Delhi
Tel : 0091-11-6114355 Fax :
0091-11-6873889
e-mail : italemb@nde.vsnl.net.in
Consolato Generale d'Italia - Mumbai
Tel :
0091-22-380471/72/73
Fax : 0091-22-3874074
e-mail :
congenit@bom3.vsnl.net.in
Vaccinazioni
Vaccinazioni obbligatorie non ce ne sono.
In Nepal,
previo parere medico, Meningite, Rabbia, TBC, Colera, Tifo,
Epatite A.
In India sono consigliate le vaccinazioni contro
l'Epatite A, il Tifo e il richiamo Antitetanico, oltre alla
profilassi Antimalarica nelle zone a rischio ed al vaccino
contro l' Encefalite Giapponese ( non reperibile in Italia ),
consigliabile nel periodo monsonico e post-monsonico per chi
intende recarsi per periodi medio-lunghi nelle zone rurali.